SABATO 25 FEBBRAIO AL MATTINO PRESSO LA CHIESA SI RINNOVA LA GRANDE FESTA PER IL TIGLIO DI CASOLA CASERTA. 400 ANNI. SARANNO DISTRIBUITE DELLE TALEE PER LA RIPRODUZIONE. PARTECIPATE NUMEROSI.
di Paola Pastacaldi giornalista e scrittrice
Il tiglio di Casola si erge maestoso e umile con i suoi 450 anni proprio di fronte alla deliziosa chiesa dedicata a San Marco Evangelista che nella sua semplicità di anni ne conta quasi più di novecento. Due monumenti della memoria di fronte a cui pregare o meditare. Siamo sui monti Tifatini, ad una altezza di 360 metri, a Casola nel quartiere di Casertavecchia, un casale, come si dice qui, nato sui resti di un villaggio romano. L’impianto originario della Chiesa era medievale, oggi quello che si vede è settecentesco. A circa due chilometri da qui si può ammirare l’elegante Eremo di San Vitaliano che risale all’ottavo secolo. La zona altro non è che la Caserta originaria, detta appunto Vecchia. Quando i Borboni costruirono la famosa Reggia di Caserta, le popolazioni e anche le parrocchie si spostarono nella valle. Attorno al nucleo vecchio ci sono in tutto tre raggruppamenti di case o casali, Casola appunto, Pozzovetere e Sommana.
Più giù si espande quella che al tempo dei Romani si chiamava Campania Felix, ad indicare il territorio compreso tra la città di Capua antica che si estendeva dal Monte Massico fino a lambire i Campi Flegrei e l’area vesuviana, per la fertilità dei terreni e dei prodotti grazie agli apporti vulcanici e alla vicinanza del fiume Volturno. Ma non è solo l’ambiente antico a rendere importante questa chiesa e questo tiglio, anche la storia è notevole. Non lontano da qui, nella battaglia del Volturno, nel 1860 i Garibaldini vinsero i Borboni.
Il tiglio nei secoli è diventato un muto testimone, come si usa dire, di vicende eccellenti. Gli abitanti di Casola si convinsero nel passato che fosse stato proprio il tiglio a difenderli dai Borboni. Tanto che poi negli anni Cinquanta il vicario generale della Diocesi monsignore Vitaliano Rossetti, nativo di Casola (il fratello Elpidio era parroco), gli dedicò una bella poesia storica intitolata “Al Tiglio secolare di Casola” (vedi link a fine articolo).
Il tiglio è stato probabilmente piantato nel 1550. Dicono in paese che è strano che questo albero sia stato piantato qui davanti ad una semplice chiesa pur antica, di solito il tiglio veniva piantato in dimore di lusso, palazzi, castelli. In realtà sembra che si volesse onorare la memoria di San Marco Evangelista, perché il tiglio fiorisce proprio intorno ad aprile. Il 25 aprile è il giorno della festa padronale di San Marco, giorno dedicato anche all’agricoltura.
Secondo una leggenda popolare il tiglio non si poteva potare, perché avrebbe causato guai gravi alla persona che lo avesse tagliato. Strana leggenda, se si pensa che qui abitavano certamente molti agricoltori. Sino a quando non è arrivato un parroco don Valentino Picazio, già ispettore onorario della Sovrintendenza e molto sensibile alle bellezze del luogo, nonché dotato di ottima cultura, il quale decise di andare a fondo. Prese contatto con la Sia, la Società italiana di Arboricoltura, la quale provvide ad un intervento fitosanitario, ad una giusta potatura e messa in sicurezza. Un’altra società di nome Demetra di Besana Brianza con un esame dendrologico stabilì l’età dell’albero, che aveva ben 450 anni, con stupore di tutti. Si tratta di un Tiglio europeo alto 13 metri, con un diametro di 150 centimetri e una circonferenza di 5 metri.
In passato qualcuno ha riempito di calcinacci il tronco per aiutarlo, aggravandone lo stato a causa dell’acqua stagnante e il susseguente proliferare di funghi. Dopo il 2010 sono stati praticati dei fori per il drenaggio dell’acqua. In sei anni di cure il danno è stato arrestato, ma il deterioramento ha ovviamente lasciato il segno. Sono stati poi posizionati dei cavi di ancoraggio tra le branche per garantire la sicurezza la sicurezza.
Il lavoro di assistenza del Tiglio è tutto a costo zero, questo va ribadito. Ma la realizzazione della cura del Tiglio è opera del lavoro di una serie di tecnici esperti di alberi monumentali autentici e generosi appassionati. Chi sono questi esperti? In primis Assunta Esposito, botanica della Seconda Università degli Studi di Napoli e Donato Bosco del Corpo Forestale di Caserta, che hanno allertato Silvestro Acampora della Sia, portandolo a fare un sopralluogo. Mentre la Società Grandi Trapianti di Milano di Francesco Macazzola ha fornito le micorrize simbionti per rivitalizzare la pianta. Si tratta per lo più di tecnici noti a livello nazionale, perché sono spesso presenti laddove esistono degli alberi che possiamo considerare dei Patriarchi e che meritano ogni nostra attenzione e cura e rispetto, cosa che non accade sempre.
Nel gruppo ci sono anche la Demetra Specialist che ha verificato l’età della pianta, Domenico Cascone, direttore di Global Green, società campana che si è occupata di manutenzione, della potatura e delle cure fitoterapiche, Guido Olivieri, responsabile del Verde Pubblico del Comune di Caserta, Giorgio Ascione, che si occupa della manutenzione del verde del Comune di Napoli e Francesco Cerreto della ditta Opera Building che con i suoi operai ha ripulito la pianta dopo la potatura, ha rimesso la targa del Comune di Caserta a ricordo del primo intervento del 2010 e ha sistemato le aiuole del Sagrato. Un aiuto fondamentale per la comunicazione è stato dato da Giovanna Giaquinto, giornalista, che sta raccogliendo materiale per la realizzazione di un piccolo libro sul Tiglio, mentre la Pro Loco di Casertavecchia ha provveduto a far conoscere la manifestazione.
In occasione della Festa di sabato 27 febbraio, in cui sono state praticate le cure necessarie, la cittadinanza della zona ha partecipato numerosissima. Come un tempo gli alberi sono sempre stati pretesti per organizzare fiere e feste. Alcuni giovani di Casola si sono dati da fare per ricavare del miele di tiglio e un decotto di tiglio che hanno offerto ai presenti. Tra i pregi di questa pianta c’è quello terapeutico. Il Tiglio è anche una pianta con forti legami mitologici, citata nelle Metamorfosi di Ovidio e nel Sigfrido. Secondo la leggenda sulla tomba di santa Caterina da Siena sarebbero spuntati germogli di tiglio a simbolo della sua innocenza.
Sabato sono state distribuite delle talee che dovrebbero permettere di clonare questa meravigliosa e longeva pianta. Tra i piccoli lo hanno festeggiato anche gli alunni della scuola media Dante Alighieri, con un video preparato insieme alla preside Maria Chiara Menditto e ai docenti, gli allievi del 4 circolo didattico di Caserta e i bambini dell’Oratorio inter parrocchiale A.N.S.P.I., l’Associazione nazionale San Paolo Italia, che cura la formazione degli animatori. Una rappresentanza di amici di Lega Ambiente ha poi dialogato con i ragazzi su tematiche ambientali.
L’appuntamento è, ovviamente, per il prossimo anno per continuare le cure al tiglio e, come ha scritto papa Francesco nell’enciclica “Laudato si” sulla cura della casa comune ricordando le parole del Cantico di San Francesco d’Assisi, una occasione anche per la popolazione e per le future generazioni per migliorare la loro consapevolezza dell’importanza della cura e della salvaguardia dell’ambiente, un tema ormai improrogabile “contro il male che le provochiamo a causa di un irresponsabile abuso dei beni che ci sono stati dati”. (www.paolapastacaldi.it)
…Sotto la chioma tua larga e folta, che sul sagrato spande un'ombra amica, quante di cose d'uomini s'è svolta istoria antica. Quando il Borbon tentò qui la difesa da quello scettro ormai già pesto e infranto, tu sol di pace fra tanta contesa stendevi il manto Oh, sei caro a tutti, o nostro tiglio, che stendi ognora al cielo, i lunghi rami; tu, quasi padre ch'erudisca il figlio, a te ci chiami. Tu con linguaggio tacito darai, consigli a tutti di sapienza antica; dell'onestade e del lavor farai l'anima amica….”
Alcuni versi dalla poesia “Al Tiglio secolare di Casola” di Mons. Vitaliano Rossetti (1953)