La quercia di Montale. Un canto per gli alberi in cittą

di Paola Pastacaldi

La quercia di Montale. Un canto per gli alberi in città, un libro prezioso dal punto di vista naturalistico, realizzato da Fiorina Edizioni, casa editrice di Pavia dedita alla realizzazione di artigianale di libri a Leporello (cioè a fisarmonica). Vi si racconta la storia dell’adozione di una quercia dei giardini pubblici di Milano, che per dimensioni e aspetto era la più vecchia della città. Questa antica quercia rossa è collassata ad ottobre dello scorso anno a causa della pioggia. Secondo una leggenda metropolitana il poeta Eugenio Montale, premio Nobel per la Letteratura nel 1975, aveva l’abitudine di sostare sotto la sua chioma, un fatto plausibile, dato che fu redattore del vicino Corriere della Sera dal 1948 al 1981. La Quercia è stata soprannominata quercia di Montale, nome con cui è conosciuta dai visitatori dei giardini.

Quando un albero muore, nelle procedure di cura di un giardino pubblico (in questo caso il primo e più antico della città) è previsto il taglio immediato e la sostituzione con una pianta più giovane. Ma per la quercia di Montale il Comune di Milano ha accettato la proposta di adozione del tronco, proposta da Paola Pastacaldi, in nome della Biodiversità. Ciò che rimane della quercia rimarrà li dove era nata.

Quest’anno si conclude il decennio del Piano Strategico per la Biodiversità 2011-2021. Ciò che rimane della quercia sarà recintato e protetto e il tronco e i rami rimasti saranno visibili ai visitatori. In una bacheca verranno via via esposte le notizie e gli esiti di alcuni studi che saranno condotti sulla pianta. In futuro una talea, cioè un clone, copia esatta della quercia, nata lo scorso anno da un suo ramo, sarà trapiantata dentro il recinto.

Nel 2019 la quercia, già senescente, cioè vicina a morire, era stata adottata da Paola Pastacaldi, scrittrice e giornalista, all’interno del programma Cura e Adotta il Verde del Comune di Milano. Il progetto di adozione prevedeva che la pianta potesse arrivare a fine vita senza abbattimenti preventivi. Lo scopo era porre l’attenzione dei visitatori dei giardini sul tema della Biodiversità delle piante che, come sappiamo e come hanno confermato molti studi scientifici nazionali e internazionali, alimentano la vita di tutti gli esseri viventi, e la salute stessa dell’uomo. La legge 10/2013 prevede per questo motivo la catalogazione nazionale degli alberi più vecchi, che è ancora in corso.

La quercia si trova a due passi dal Planetario e dal Museo Civico di Storia Naturale di Milano, uno dei più famosi d’Europa. I giardini, che sono stati dedicati a Montanelli, ospitano una entomofauna in via di estinzione e, per questo, sono oggetto di studio da parte di varie università. I giardini pubblici di Milano meriterebbero di diventare un sito di interesse comunitario; anche perché sarebbero così più protetti come meritano.

Tornando alla quercia di Montale era un albero elegante e armonioso e in autunno si tingeva di un bel rosso; le facevano da contrasto i gialli dei Ginkgo, gli ocra dei Platani e i marroni dei Cipressi calvi del laghetto, in una perfetta regia settecentesca. Pianta molto nota ai visitatori del parco da più generazioni (come possiamo immaginare vivrà nella memoria di nonni e nipoti). Nel corso degli ultimi 20 anni si era avviata alla senescenza, non solo per l’età, ma anche perché danneggiata da vandali, che le avevano provocato un ampio squarcio sul tronco. Mentre nel 2005 una forte nevicata l’aveva privata di alcuni dei rami principali. All’epoca si era pensato di abbatterla poi, con il sostegno di alcune branche di ferro, era sopravvissuta.

Nell’attuale progetto di adozione del tronco sono previsti alcuni studi sulla quercia, uno riguardante la sua età, un altro sulla letteratura e la musica del periodo storico in cui si suppone sia vissuta. Il tema di fondo che ha spinto la giornalista all’adozione è che gli alberi anziani non sono inutili, perché anche da morti alimentano la vita organica del terreno, di molti insetti e uccelli. Per questo la presenza di un tronco è alla fine un fatto vitale per tutti, anche se non facile da comprendere. Non siamo più abituati ad assistere al ciclo di vita e morte delle piante fondamentale per la Biodiversità.

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