La vita vivace ecologica dell'albero morto, una nota sulla quercia di Montale
di Andrea Pellegrini, guida ambientale
Un albero non ha solo una vita, ne ha due. Quella biologica la conosciamo tutti e si manifesta nei colori, nell'alternanza delle stagioni, nella fotosintesi, nello stoccaggio di anidride carbonica e nell'emissione di ossigeno. Ma c'è anche la vita ecologica, che è un concetto più complesso: un tempo indeterminato che comprende la fase biologica ma che si allunga nel tempo e, a volte, nello spazio. La vita ecologica è il rapporto che ha l'albero, sia da vivo che da morto, con l'ambiente, compreso quello dell'uomo. Questa prospettiva ci costringe a rivedere il significato di morte parlando di un grande albero: la morte è di fatto una trasformazione. Se nella sua fase biologicamente attiva l'albero prevalentemente prende, nella sua fase di trasformazione è vocato fondamentalmente a dare. E tutti, noi compresi, ne abbiamo benefici. Le azioni che in precedenza avvenivano dall'esterno all'interno, durante gli anni della decomposizione si invertono e dall'interno del legno morto vanno, sotto varie forme, dirette all'esterno. L'albero, nel pieno della sua attività vegetativa, prende dal cielo luce solare e anidride carbonica trasformandola in zuccheri che compongono la linfa grezza, mentre contemporaneamente prende dal suolo acqua e sali minerali che lo alimentano. Nell'albero morto il sistema si inverte: nel legno marcescente, composto di lignina e cellulosa, molti degli insetti che vanno a comporre la base della biodiversità possono finalmente riprodursi e quel cielo da cui l'albero aveva ricevuto tanto, si prende indietro sciami di piccoli organismi che saranno impollinatori, decompositori e prede per altri animali più grandi. Il legno marcescente non ha più bisogno di pescare dal suolo acqua e sali: ora l'acqua la rallenta, difendendo quel suolo dall'erosione; ora i minerali non li prende ma li restituisce addirittura più numerosi, completando il ciclo del carbonio a sostegno di complesse catene nutritive.