I QUATTROCENTO ANNI DEL TIGLIO DI CASOLA (CASERTA)
A cura di Silvestro Acampora, Giorgio Ascione, Guido Olivieri (Programma di adozione alberi della Sia, Società Italiana Arboricoltura)
Quanti alberi secolari ci sono in Italia, sconosciuti o malcurati. Tanti. La nostra cultura, ci porta ad essere meno sensibili nei confronti di questi “Vecchi” rispetto ad altre realtà monumentali, seppure alcuni di essi siano riconosciuti come patrimonio dell’umanità. Solo pochi sono censiti a dispetto del gran numero di questi esemplari secolari o millenari, esseri viventi maestosi e meravigliosi, che hanno visto e vissuto le vicende storiche del nostro paese. La S.I.A. – Società Italiana di Arboricoltura, con il suo Presidente Prof. Francesco Ferrini, dell’Università di Firenze, già da anni, si sta preoccupando della loro sorte provvedendo, in alcuni casi e per quanto possibile, ad adottarli e salvaguardarli cercando di preservarli nel migliore dei modi. E’ il caso, uno tra tanti, del tiglio di Casola “muta sentinella” da oltre quattrocento anni delle sorti del piccolo borgo. La perseveranza del parroco don Valentino Picazio, la sensibilità del responsabile del verde comunale dott. Agr. Guido Olivieri e l’amore per gli alberi da parte degli associati S.I.A. Silvestro Acampora e Giorgio Ascione, tutti iscritti all’Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini, ci ha riportato sul sagrato della Chiesa di San Marco in Casola, piccolo borgo di origini medioevali, come la vicina e magnifica Casertavecchia. Il secolare Tiglio Europeo, la cui datazione dendrocronolocica è stata eseguita dalla società Demetra di Besana Brianza, è stato preso in cura nel 2010 purtroppo non in eccellente stato vegetativo. Per ovviare agli evidenti danni arrecati dalla natura e dall’uomo, il tiglio è stato sottoposto alle prime cure e sembra aver reagito bene al risanamento e alla potatura a giudicare dagli accrescimenti dei getti; anche le micorrize inoculate sulle radici hanno cominciato a fare la loro parte, rivitalizzando l’albero. Quest’anno, ad inizio febbraio si è intervenuti nuovamente per effettuare ancora una leggera potatura mirata, rimuovendo i rami in soprannumero e quelli non più vitali, procedendo alla messa in sicurezza con la posa definitiva degli ancoraggi cobra tra le branche da consolidare. Il Tiglio di Casola, come tutte le cose, porta i segni inesorabili del tempo. Sicuramente ci sono nei dintorni tanti altri alberi più grandi e magari più belli, ma quello che lo rende speciale però è l’affetto degli abitati di Casola. Non solo l’affetto dei più anziani che hanno tanti ricordi legati alla vetusta pianta e che di essa raccontano, ma anche dei bambini legati alla storia dell’albero i quali lo scorso anno hanno collaborato con entusiasmo alla preparazione di talee per avviare la riproduzione del Tiglio. Una vera festa, organizzata da don Valentino, che ha voluto simboleggiare a tutta la popolazione presente, il rispetto per la natura e soprattutto per la loro vecchia “muta sentinella” che da secoli è spettatrice delle vicende del borgo. Alla fine, tutti gli abitanti hanno ricevuto in dono una talea in vaso, ringraziando emozionati e orgogliosi consapevoli del loro incarico, quello di tramandare alle generazioni future i geni ed i discendenti di quell’albero che ha vissuto la storia di Casola, partecipandovi in silenzio, elargendo i suoi effluvi ombrosi, senza mai nulla chiedere. Pensare che in qualche giardino di Casola ci siano delle piccole piantine figlie dell’annoso Tiglio, è una cosa che ci riempie di gioia. Magari fra 50 anni qualcuno racconterà ancora ai suoi nipoti la storia di quell’albero, e l’emozione è grande. Ci auguriamo che quanto si sta facendo, serva ad aumentare il rispetto per la natura e in particolare degli alberi, troppo spesso considerati solo degli arredi e non degli esseri viventi che consentono la vita del mondo al quale noi apparteniamo. Si spera che il nostro piccolo contributo, all’opera a cui stiamo partecipando, possa essere di spunto e di invito per tanti altri, che scorgono in questi secolari o millenari alberi la forza e la maestria della natura, ad operare in tal senso, in modo che tutti indistintamente possano soffermarsi a rimirarli e meravigliarsi della loro bellezza e maestosità.