La meningite, il clima e la polvere Sahel
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New York, 15 febbraio 2011. I ricercatori del Research institute for climate and society (Iri) della Columbia University stanno analizzando la polvere dal Sahel per studiare il suo ruolo nella diffusione della meningite batterica nella regione più colpita da questa malattia debilitante e spesso mortale. L'Iri studia il legame tra clima e malattie infettive, sempre più importante mentre i cambiamenti ambientali sembrano spingere sempre più a sud la cosiddetta meningitis belt (La fascia o cintura della meningite), che si estende dall'Etiopia al Senegal. Le informazioni climatiche raccolte possono essere utilizzate per misure di prevenzione o di sistemi di allarme precoce, e i ricercatori dell'Iri stanno raccogliendo campioni di polvere in Ghana, Niger e Senegal. Lo studio è finanziato dal Center for Environmental Health in Northern Manhattan e dal grant/cooperative agreement della National Oceanic and Atmospheric Administration Usa. La meningite batterica è presente in tutto il mondo, ma i suoi tassi nella cintura della meningite sono di molte volte superiori a quelli nelle altre parti del mondo. secondo MenAfriCar i tassi di mortalità sono generalmente del 5-10% e la malattia può anche causare la cecità, perdita dell'udito, danni cerebrali e perdita di arti. Nella meningitis belt i focolai di meningite meningococcica si presentano con la stagione secca e diminuiscono con l'arrivo delle le prime piogge, la polvere e la sabbia sono state a lungo considerate come vettori che contribuiscono alla diffusione della malattia. Secondo gli esperti «Le polveri minerali possono essere irritanti per le membrane, rendendo le persone più vulnerabili alle infezioni, o favorire in altri modi la diffusione dei batteri». La senior research scientist Madeleine Thomson ha spiegato all'agenzia stampa umanitataria dell'Onu Irin che «Il meccanismo con cui la polvere può influenzare un evento di epidemia di meningite. Ma la spiegazione più comune di questo ruolo è che i danni fisici alle cellule epiteliali che rivestono il naso e la gola in condizioni secche e polverose consentano un agevole passaggio dei batteri nel sangue: «Prenderemo in esame le proprietà della polvere e di altre variabili climatiche e ambientali e determineremo se e in che misura, influenzano il verificarsi spaziale e temporale sia del 'carriage', quando i batteri sono presenti nel naso e nella gola, ma sono non-invasivi, che della malattia, quando i batteri sono nel sangue. I ricercatori devono considerare anche altri potenziali meccanismi. Per esempio, quale sia l'impatto delle particelle di polvere sulla dinamica dei fluidi nella trasmissione aerea del batterio, nonché delle precedenti infezioni virali, e se l'alto contenuto di ferro della polvere Sahel può aiutare ad attivare i batteri di meningococco affamati di ferro». Alti livelli di polvere potrebbero avere anche effetti sul benessere umano: la vita in locali sovraffollati e di piccole dimensioni, con le finestre chiuse per non far entrare la polvere, riducendo quindi la ventilazione, potrebbero facilitare la trasmissione delle meningite. Inoltre, la polvere potrebbe anche avere un impatto su altre variabili climatiche, come la a temperatura e l'umidità, che possono anche essere importanti diver della meningite e di altre malattie. «Mentre diversi i fattori giocano un ruolo in caso di focolai di meningite batterica, la comprensione di come la polvere potrebbe interessare la vulnerabilità delle persone rafforzerebbe in modo significativo le attività di prevenzione». La ricerca si va ad aggiungere al più ampio progetto Meningitis environmental risk information technologies (Merit) della World health organization, rganization per sostenere le attuali campagbne di vaccinazione, così come al' African Meningoccocal Carriage Consortium (MenAfriCar) ed alla distribuzione di un nuovo vaccino in Africa occidentale che fornisce 10 anni di protezione rispetto ai due o tre dei vecchi vaccini. La Thomson sottolinea che «La ricerca interdisciplinare nei Paesi poveri è particolarmente onerosa e difficile, ma lo studio delle malattie infettive sensibili al clima, come la meningite e la malaria, è sempre più importante. I cambiamenti climatici e ambientali hanno un potenziale impatto sull'efficacia dei programmi di controllo delle malattie. Per esempio, c'è una grande preoccupazione che i cambiamenti del clima e dell'ambiente stiano spingendo verso sud la meningitis belt , se questo accadesse ci Anche se la meningite non è la malattia 'killer top' del Sahel, le sue grandi e frequenti epidemie assestano duri colpi ai fragilissimi sistemi sanitari, alle famiglie ed alle comunità. «La meningite non solo uccide, mutila - dice Francesco Fiondella dell'Iri - Ha impatti a lungo termine sulla società. Toglie risorse alle famiglie, alle società ed alle persone, sia quando muoiono per la malattia o quando diventare sorde o cieche o perdono un arto». Kandioura Touré, a capo della sorveglianza epidemiologica e delle malattie infettive del ministero della Sanitàdel Mali spiega che «La meningite è un peso costante ed eventuali progressi nella riduzione dei casi ha un impatto enorme. La meningite non pesa solo sulle famiglie, con decessi e casi di disabilità, sordità ed altro, ma anche sul sistema sanitario. Ogni anno ci troviamo ad affrontare queste epidemie». Il mali è uno dei Paesi che stanno distribuendo il nuovo vaccino e Touré conclude: «Questi sforzi ci danno la speranza di poter finalmente eliminare il peso di questa malattia». testo in http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=8956