MILANO. Quercia rossa di piazza XXIV Maggio La storia speciale dell'albero che ricorda i soldati della Grande Guerra.
di Paola Pastacaldi
Milano. La Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano ha approvato l'ampliamento e il ripristino dell'aiuola della quercia rossa di piazza XXIV Maggio, uno dei più importanti monumenti storico arborei della città. L'aiuola, che era stata ridotta nei primi anni Settanta al ristretto spazio del marciapiede, verrà ampliata sino a recuperare anche una buona parte dell'attuale strada. Un modo originale per ricordare il 150° dell'Unità italiana. La quercia è, infatti, un albero storico, come ricorda il cippo posato al suo fianco e legato alla memoria dei soldati della Grande Guerra del 1915 e 1918. La quercia fu piantata, alla fine della Guerra, dall'ingegnere Giunio Capè, padre di Giuseppe Capè, giovane alpino sopravissuto alla Grande Guerra, per festeggiare l'inatteso ritorno del figlio e ricordare gli alpini deceduti. Sono stati molti i soldati della Grande Guerra che provenivano da quartiere Garibaldi. Alla morte di Giunio Capè (1862 - 1925) è stato deciso un lascito al Comune di Milano con l'obbligo di curare la quercia. Il cippo di ferro battuto recita la seguente dedica: 'Ai caduti per la patria del rione Ticinese-Lodovica', firmato la Società Alpina milanese. Va sottolineato che accade raramente che a un albero, anche se antico e storico, sia concesso più spazio per le sue radici. Solitamente si tende a togliere metri quadri al terreno occupato dagli alberi, per quanto vecchi siano. Ben venga, dunque, questa inversione di tendenza segno di consapevolezza da parte del pubblico dell'importanza che dovrebbero rivestire i nostri antenati 'verdi'. Tra l'altro questa quercia rossa è considerata l'unico monumento arboreo milanese dedicato ad avvenimenti storici. La pianta, che è situata in una aiuola verde sul lato dei Navigli, ha una ampia frattura longitudinale dovuta a vecchiaia. Metà delle radici della quercia sono state mutilate e contenute da un muretto alto un metro per ridurre la loro espansione e lasciare posto alla strada e alle auto. Era evidente che questo provocava una sofferenza al vecchio albero. Nonostante questo l'albero è vissuto sino ad oggi e, nonostante i cavi elettrici che si infilano quasi tra i suoi rami, le braccia lunghe dell'albero si spingono sulla strada e sovrastano il traffico. Un paio di lunghi rami sono da qualche tempo sostenuti da due piloni di ferro, non belli a vedersi - come dicono gli stessi tecnici che li hanno messi, - ma che hanno permesso di non abbatterlo. Intorno all'albero sono state fatte varie ricerche nel tentativo di migliorare la sua situazione. Ma mancano i documenti che dimostrano come era anticamente la posizione della strada e dell'albero. Questa quercia rossa è più giovane di quella dei giardini dedicati a Indro Montanelli di corso Venezia, che ha oltre cento anni e che vive ancora (ma con grande sofferenza) in quanto è stata fortemente aggredita da un fungo ganoderma che è un degradatore della lignina. Il fungo ne sta lentamente divorando l'interno. Anche in questo caso, è stato necessario sostenere le branche con dei lunghi pali di legno. Anche la quercia rossa di piazza XXIV Maggio è stata aggredita dallo stesso fungo, ma in modo meno grave. Per questo viene monitorata ogni sei mesi. Il fungo, una macchia bianca che sgretola il legno, si può osservare nei mesi autunnali a pochi centimetri dalla base, sul lato dei Navigli. Attraversando la piazza, si raggiunge l'antico porto di Milano, trasformato e completamente rinnovato, in modo da ripristinare il volto medioevale e leonardesco della Darsena. E' questo uno dei lasciti più importanti di Expo, dopo anni di degrado e incuria.