Crisi alimentare nel Corno d'Africa a causa di una gravissima siccità
di Irene Pugliese, Radiovaticana, 30 giugno 2011
La peggiore siccità degli ultimi 60 anni nel Corno d'Africa ha provocato una grave crisi alimentare e alti tassi di malnutrizione. Secondo l’Onu, sono più di 10 milioni le persone colpite. Una situazione drammatica su cui ci riferisce. In Somalia un bambino su 4 è denutrito; in Kenya 2 milioni e mezzo di abitanti non hanno accesso al cibo e all’acqua; in Etiopia più di 11 milioni di persone necessitano di aiuti umanitari. Erano 60 anni che nel Corno d’Africa non si verificava una siccità come questa. Una delle consuete stagioni delle piogge è completamente mancata e questo ha provocato una serie di conseguenze gravi sulla vita quotidiana di questi Paesi. Lo conferma Vincent Annoni, coordinatore regionale di Cesvi per Kenya, Somalia e Sudan che da tempo è attivo in questi Paesi: “La perdita di raccolti, rappresenta l’impossibilità delle famiglie di riuscire a sopravvivere. Per quanto riguarda l’allevamento - che nella regione è principalmente di cammelli e mucche - è addirittura devastante l’effetto, perché ci sono famiglie che hanno perso quasi la metà del loro intero gregge. Dal punto di vista sanitario, medico, non avendo risorse proprie, non si può accedere a servizi medici che sono a pagamento. Inoltre, non si può avere accesso all’acqua perché anche l’acqua, in questo angolo del mondo, è a pagamento”. I prezzi dei beni primari hanno subito brusche impennate, in questa regione dell'Africa, con terribili conseguenze per la popolazione più povera che vive con pochi dollari al giorno. Una situazione drammatica, che secondo l’Onu sicuramente fino al 2012 non migliorerà. Ancora Annoni: “Una siccità come questa fa sì che le comunità ci mettano 3, 4, 5 anni a recuperare. Siamo già alla terza o quarta siccità negli ultimi 5, 6 anni. Non siamo nemmeno in grado di sapere se l’anno prossimo avremo una stagione delle piogge 'normale' oppure se saremo di nuovo in questa situazione drammatica”. Difficile vedere una prospettiva di cambiamento, dunque, soprattutto se al problema di origine naturale si aggiungono le condizioni di povertà di questi Paesi. L’acqua, sostiene ancora Annoni, c’è: a mancare sono i mezzi per estrarla e per purificarla. Anche l’acqua del sottosuolo, quindi, che non è 'falciata' dalla siccità, come quella piovana, diventa impossibile da utilizzare. Il resto delle risorse idriche poi sono a pagamento e la maggior parte della popolazione non può permettersele. (ma)
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