INTERNAZIONALE A FERRARA Rinascimento nigeriano

Internazionale, 19 settembre 2013

Ha vissuto la morte del padre, la dittatura e l’esilio. Oggi Noo Saro-Wiwa racconta i sogni della nuova Nigeria. La percezione dell’Africa sta cambiando. Senti la responsabilità di cambiare il modo di raccontarla? Il punto è guardare alla realtà, che comprende sempre aspetti positivi e negativi. È un bene celebrare i miglioramenti dell’economia africana e l’affermazione della legalità, ma penso che non dovremmo commettere l’errore di sopravvalutare questi aspetti. Esiste qualcosa che può essere definito “letteratura africana”? C’è sempre la tendenza a etichettare i libri. Non vedo quindi perché non dovrebbe succedere lo stesso in Africa. Per esempio, se un romanzo parla della prostituzione in Africa, la gente non dovrebbe arrabbiarsi perché mette l’Africa sotto una cattiva luce, dovremmo trattarlo per quello che è, cioè come un romanzo che parla di prostituzione. Direi che esiste una cosa definibile come “letteratura africana”, ma quest’etichetta non potrà mai riassumere l’incredibile diversità dell’Africa. Looking for Transwonderland è il tuo primo libro. Da dove sei partita? Dopo la morte di mio padre, nel 1995, non volevo avere niente a che fare con la Nigeria. Ci sono tornata solo due volte, per il suo funerale ufficiale e per il suo funerale vero. Nel frattempo ho viaggiato in molti paesi africani e sono arrivata a conoscerli meglio del mio. Era una situazione bizzarra. Ho sempre desiderato scoprire il mio paese e parlarne in un libro. Cosa sta succedendo alla scena letteraria nigeriana? È un rinascimento. C’è stato un periodo, negli anni ottanta e agli inizi degli anni novanta, in cui si era registrato un declino a causa della dittatura militare. Con la rinascita della democrazia i giovani scrittori hanno di nuovo maggiori opportunità di emergere. E l’occidente è molto più aperto alla scrittura africana. La combinazione tra questi due fattori ha reso possibile la nuova letteratura nigeriana.