LETTORI

di Mariangela Morandin, Treviso

Carissima Paola, sono qui nuovamente a ringraziarti per aver scritto 'l'Africa non è nera'. Grazie alla tua pubblicazione ho riscoperto luoghi, emozioni e sentimenti dei miei trent'anni vissuti in Eritrea (dieci in Adi Ugri e i rimanenti in Asmara). Posso dire che è stato come immergersi in un bagno turco... passare dal freddo al caldo per ritemprarsi. Sono riuscita a capire perchè quando sono nata, nel 1942, mi è stato raccontato. Ho capito che c'era la fame tanto che la mia sorellina è deceduta per fame. Io ce l'ho fatta grazie al dr Cesare Greppi che ha assistito mia mamma e ci procurava quanto necessario per sopravvivere. Mio padre, essendo uno dei pochi barbieri (era necessario per gli Inglesi) quando ci fu la retata degli Italiani da spedire in prigionia, è stato risparmiato grazie l'intervento di un ufficiale inglese e non è stato imbarcato sulla Nave Scozia. Il libro mi ha dato anche il piacere di leggerlo per il tuo modo di descrivere i personaggi, gli ambienti, i suoni, i colori. Bellissima la parte che riguarda la madre di Pietro. E' proprio una donna eritrea, nella sua dignità, accoglienza, riservatezza, rispetto ma anche accettazione e sottomissione all'uomo.

Ora passo al mio pensiero sul popolo Eritreo che stimo e apprezzo e sento fraterno. E' un popolo mite che si difende, ma non aggredisce. Come un bambino ha subito la presenza degli Italiani e ha collaborato, impararato velocemente ogni arte e ne ha fatto tesoro. Dopo l'agressione dell'Italia verso il popolo Etiopico, ha combattuto accanto agli italiani con grande dignità, ma non è stato ricambiato per quanto ha fatto. Poi sono giunti gli Inglesi e con essi i Ribelli, gli Scifta, per me creati ad hoc per rendere insicuro il territorio. Quanti bimbi meticci sono nati durante la loro occupazione e, credo, pochissimi riconosciuti. Con la Base militare Americana, che ha portato un certo benessere economico, c'è stato però un notevole contribuito a far crescere la popolazione... Quando l'Eritrea fu annessa all'Etiopia ha subito l'arroganza degli Etiopici. Pensa che i militari Etiopici indissovano uniformi pesanti, per qundo c'era freddo, mentre quelli Eritrei erano sempre con la stessa divisa in caki. Quelli Etiopici erano armati di tutto punto, mentre gli Eritrei avevano solo il manganello, eppure erano una regione dell'Etiopia. Gli Etiopici parlavano Amharico e Inglese, mentre gli Eritrei il Tigrino e l'Italiano.

Ritornando al popolo eritreo, credo che tutto il mondo occidentale si debba sentire in dovere di accogliere i profughi eritrei e di fare qualcosa per impedire l'autodistruzione di questo popolo indififeso e abbandonato. Sono certa che, se nel loro territorio ci fossero petrolio e giacimenti preziosi, ora sarebbero tutti attenti e prodighi, ma poichè è un territorio povero e arido, non interessa a nessuno.

Uno grido di dolore è esploso dal mio cuore quando oggi sono andata a vedere quello che Badoglio con il consenso di Mussolini ha commesso in Etiopia verso i civili e verso i monasteri Copti... E' tra i crimini di guerra, ma solo per gli interessati, il resto del mondo non sa nulla. Hanno minato e distrutto il nome degli Italiani, lavoratori onesti e hanno distrutto con questi atti quanto è stato costruito in collaborazione con il popolo Eritreo da quei cittadini che non sono definibili Coloniali, ma bensì PIONIERI che dal 1860 sono vissuti in Eritrea e hanno trascorso per generazioni le loro vite in quella Terra ora sola che soffre terribilmente.

Non è anche questo un CRIMINE???

Ti abbraccio Mariangela