La Quercia di Montale
- Osservando l’erba alta e la Biodiversità, quando la Natura fa il suo lavoro. Convivenza spontanea e flussi energetici fra diverse specie.
di Paola Pastacaldi
Visitiamo il recinto del tronco della quercia di Montale nei giardini Montanelli in compagnia di Enrico Banfi, botanico fervente ed ex direttore del Museo di Storia Naturale di Milano, per una sua impressione su questo laboratorio a cielo aperto, ricco di specie lasciate crescere spontaneamente dentro il recinto e intorno al tronco della quercia di Montale.
“E’ un ecosistema temporaneo, che poi cambierà. Non è un raffazzonamento senza biodiversità di erbe piantate di proposito, come accade in aiuole o giardini, che non fanno ecosistema e non instaurano dinamiche di convivenza né fra loro né con il resto del mondo biologico in cui sono immerse, come erroneamente vantato da alcuni giardinieri e imprenditori del verde, ma si tratta di una diversità cultigena, semplice agrobiodiversità. La differenza è importante, la vera biodiversità presuppone patti di convivenza spontanea, non forzabili con la piantumazione, fra le diverse specie della comunità, atti a stabilire equilibri nella competizione per lo spazio e per i nutrienti, ma anche a promuovere flussi energetici fra le parti, che possono culminare nella simbiosi'.
- Marcescenza
di Giovanni Sabatini, artista ed ex docente dell'Accademia di Brera
Marcescenza Di Giovanni Sabatini, artista e docente dell’Accademia di BreraGiardini Montanelli Milano 6 FEBBRAIO 2021 “Il video è stato realizzato alla maniera di uno schizzo acquarellato. Sono due sequenze riprese a mano, con una camera non professionale, lasciate intere, senza tagli o montaggio. Due sequenze girate esattamente ad un anno di distanza l’una dall’altra, sempre in ottobre. La prima in una giornata particolarmente luminosa: è ben evidente il fumo della decomposizione. La seconda in una giornata fredda e piovosa, dopo la caduta della pianta. Il commento musicale è stato realizzato utilizzando jingle del computer. “La quercia di Montale” è per me la “quercia di Paola”, poiché è per l’antica amicizia con Paola Pastacaldi che ho seguito la bella storia dell’adozione dell’albero e le iniziative che ne sono succedute. Il video è la testimonianza di un’amicizia”. Libro: 'La quercia di Montale. Un canto per gli alberi in città' di Paola Pastacaldi disegni di Anna Regge, prefazione Gianfranco Bologna (Fiorina Edizioni, 2020) vedi: https://www.fiorinaedizioni.com/prodo... - L'erba alta non è incuria: è biodiversità
Di Andrea Pellegrini, guida ambientale
In un luogo come il recinto della quercia di Montale, che vede compiersi il lento processo di decomposizione di un grande albero, la naturalità di ciò che contorna i resti legnosi è in linea con la finalità di proteggere e far progredire la biodiversità. Come per il tronco che sta trasformando la biomassa in terreno fertile, per la vegetazione erbacea vale ancora di più la regola che l’estetica non fa quasi mai rima con biodiversità, perché la biodiversità è per sua natura complessa e caotica.
Non ha nessun senso un giudizio estetico o di critica prettamente umana. Conta, invece, solo la capacità della Natura di giungere alla formazione di un ecosistema più ricco e vasto possibile.
- La vita vivace ecologica dell'albero morto, una nota sulla quercia di Montale
di Andrea Pellegrini, guida ambientale
Andrea Pellegrini è una guida ambientale, autore di varie e importanti pubblicazioni e impegnato in numerose iniziative di educazione ambientale. L'ho conosciuto durante le belle passeggiate organizzate da La Grande Via nel Casentino, in provincia di Arezzo, nella sede chiamata la Mausolea, una affascinante dimora antica dei Camaldolesi, per comprendere il ruolo della Natura nel mantenimento della nostra salute. Con la sua guida abbiamo conosciuto i cammini di Francesco, i boschi piu antichi del Casentino e persino potuto dormire in foresta.
E cosi ammirando la sua preparazione e umiltà gli ho chiesto un intervento sul valore di un albero vecchio o di un tronco di legno in un parco in città, pensando alla quercia di Montale, il cui tronco è rimasto nei Giardini Montanelli a testimoniare la Biodiversità. Non a tutti è chiaro quanto sia importante. A tal proposito Andrea mi disse lo scorso anno: 'Quel tronco, e l'area intorno, è forse tra le piu ricche di Biodiversità di Milano'. Un concetto non chiaro a tutti l'utilità di questo umile legno, solo apparentemente morto, che alcuni confondono con disordine. Con poche incisive parole molto chiare Andrea spiega la straordinaria vita creata dalla Biodiversità dal legno di un tronco morto, la generosità dell'albero una volta che è caduto. - Ilfattoquotidiano.it - Blog Milano
Una nuova vita per la quercia di Montale
Una nuova vita per la quercia di Montale, la sua storia raccontata in un libro a Leporello. È fantastico, - scrive Michele Giordano - in tempi stressantemente frettolosi, distratti, persino sciatti e privi di memoria, che qualcuno si occupi di un tronco d’albero secolare e lo curi come un bambino. Fino ad adottarlo. Succede a Milano, al parco comunale di via Palestro, oggi dedicato a Indro Montanelli, Leggi in:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/08/28/milano-una-nuova-vita-per-la-quercia-di-montale-la-sua-storia-raccontata-in-un-leporello/5909737/ - La quercia Montale e quel tronco che nutre la biodiversità: 'Un monumento verde che va salvato' di Sara Chiappori Repubblica 21 gennaio 2021
Il monumentale albero ai giardini di Porta Venezia è morto nel 2019, ma la scrittrice Paola Pastacaldi ne ha adottato il tronco abbattuto
Se ne sta lì, sotto la pioggia, nella dignità maestosa di chi ha vissuto due secoli. Ridotta a un tronco, è vero, ma che tronco. Un'enorme scultura vegetale di rami nodosi, volumi, forme intrecciate. La quercia è morta, viva la quercia. Se poi la quercia è di Montale, anche di più.
- Milano, una nuova vita per la Quercia di Montale.
La sua storia raccontata in un leporello
È fantastico, in tempi stressantemente frettolosi, distratti, persino sciatti e privi di memoria, che qualcuno si occupi di un tronco d’albero secolare e lo curi come un bambino. Fino ad adottarlo. Succede a Milano, al parco comunale di via Palestro, oggi dedicato a Indro Montanelli, gli stessi giardini pubblici in cui è stata posta la statua del giornalista, recentemente imbrattata da un anonimo imbecille, gli stessi dove, il 27 luglio 1993, un’autobomba mafiosa uccise 5 persone e ne ferì 12.
- La Quercia di Montale in cluverius.com
di Henning Cluever
Il giornalista Henning Cluever, corrispondente culturale a Milano, di Cluverius, ha raccontato la storia della Quercia di Montale e della sua adozione. - LA QUERCIA DI MONTALE NEI GIARDINI PUBBLICI “INDRO MONTANELLI” A MILANO 16/02/2018
Rivista di Ambiente e Territorio dell'Arma dei Carabinieri
“Hai dato il mio nome ad un albero?
Non è poco, pure non mi rassegno
a restar ombra, o tronco
di un abbandono nel suburbio…”Questo è l’incipit della poesia omonima di Eugenio Montale pubblicata in “Madrigali Privati”, la sesta sezione della raccolta di liriche intitolata 'La bufera e altro'. Una poesia che parla di alberi e di una quercia amorosa che si spiega verso il basso con i suoi rami frondosi. Ed una quercia amorosa, una Quercia rossa che si trova a Milano nei Giardini Pubblici Indro Montanelli (una volta chiamati 'Giardini di Porta Venezia' progettati nel 1780 dall'architetto neoclassico Giuseppe Piermarini) è quella cui è stato dedicato il nome del poeta ligure premio Nobel per la letteratura nel 1975 e che viene chiamata appunto la Quercia di Montale.
- FRONDE IN CANTO
DI MICHELE SGANGA
La voce degli alberi è un poema da camera per violino e pianoforte, una composizione cosiddetta “a programma”, che si serve di un linguaggio matematico per tentare la mimesi con le forme arboree protagoniste del racconto. Melodie e armonie si basano infatti sulla serie di Fibonacci, una sequenza di numeri intimamente legata alla crescita e allo sviluppo di fiori e piante, così come di tanti organismi viventi. Molti altri compositori del passato hanno esplorato l’uso di questa serie nelle loro opere: da Bach a Debussy a Bartok e oltre, sino ai nostri giorni.
Al contempo La voce degli alberi trae ispirazione dalla semplice contemplazione della natura e dalla sensibilità per le tematiche ambientaliste del compositore. In questo affresco sonoro di oltre venti minuti di durata, Michele Sganga si propone di tradurre in note musicali il respiro e le percezioni delle piante e degli alberi, considerandole come entità viventi dotate non solo di percezioni proprie, ma anche di vere e proprie “personalità” individuali: in definitiva l’opera è un tentativo duplice, atto da un lato a dar voce all’universo arboreo e dall’altro teso ad ascoltare e comprendere il messaggio che la natura cerca di darci.
Sotto il link dell'ultimo movimento del poema . Violino solista Lia Tiso, al piano Michele Sganga